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di urbana timidezza

di Ambra Montemezzo
a cura di Simone Marsibilio
03/10/24 - 28/10/24

Ci sono luoghi in cui lo spazio comune non appartiene a nessuno. Dove essere cittadini, non consiste nell’essere parte di una città ma di una rete di relazioni anonime e non, che ti stringono e ti lascia solo.



 

L’immagine della città comprende metaforicamente l’intricato immaginario che connota un luogo e si collega non solo a rappresentazioni visuali, ma anche ai simboli incarnati negli elementi materiali e in quelli immateriali.


Ambra Montemezzo nei suoi lavori racconta quel modo di vivere l’urbanità in un luogo, che in alcuni casi diventa quello che nella concezione contemporanea contempliamo anche come  - non luogo - nel quale questo concetto, coniato da Augé, si distanzia dal suo significato originale ma si avvicina alle opere di Ambra per la sua percezione di spazio di transito, neutrale, di osservazione e rifugio che in qualche modo rendono la visione un anonimato e un distanziamento sociale da tutto quello che viviamo.


Quando si parla di urbana timidezza  mi vengono in mente diverse immagini e concetti che si collegano all'idea di riservatezza o discrezione che si manifesta in un contesto urbano, riferendosi a persone che nonostante vivano in una grande città, tendono a essere introverse e riservate: un contrasto tra dinamismo e frenesia della vita e il comportamento cauto e riflessivo di alcuni individui.  In tal caso, di urbana timidezza evoca gli spazi urbani che, nonostante siano affollati e caotici, presentano angoli tranquilli e nascosti dove le persone possono ritirarsi per un momento di calma, offrendo loro un rifugio dalla vita frenetica della città.


quadro di Ambra Montemezzo in cui viene rappresentato un condominio
Condominio

Le opere descrivono quella qualità raffinata e cortese, spesso associata alla vita di città; quel senso urbano che indica qualcosa relativo ad un luogo. Nella città, nel quartiere di Centocelle di Roma da cui nascono queste opere, ci si aspetta che le persone adottino comportamenti civili e rispettosi per facilitare la convivenza in spazi densamente popolati, e proprio in questo senso Ambra Montemezzo e l’urbanità si associano per il senso di rispettare la socialità, le interazioni e il sofisticato suo modo di operare nei suoi lavori.

Tra le tele si percepisce quel senso di riservatezza, di non essere completamente sicuri, di una nevrosi che infine racconta la timidezza garbata che coesiste con il linguaggio di Ambra. Per questo associare le parole urbana e timidezza costituiscono una forma di accoglienza nelle tele dell’artista, perché lei, rende rispettoso il donare agli occhi di chi fruisce guardando le opere, il suo modo di stare al mondo che ha maturato e che ha vissuto allo stesso tempo.


I colori delle tele esaltano la profondità del concetto di equilibrio che un luogo può portare a chi lo percorre. L’associazione dei colori, del viola al verde e al grigio, marcano la sensibilità che l’artista vuole dare alle sue strade e al suo percorso. Si percepisce la discrezione e la creatività in quello che rappresenta nei suoi abitati e nelle strade, negli abitanti e nei suoi condomini, nei balconi, negli androni fatti di ricordi, di solitudine e tranquillità. Un mondo in cui la natura del vissuto prende il sopravvento, nel quale timidamente la natura si riappropria del concetto di città, dove l’artificialità si espande ma l’ossigeno viene portato ai nostri occhi da spazi che emergono ogni qualvolta lo cerchiamo.


Un modo di spiegare il suo personale approccio verso il mondo esterno, con quello che ha e quello che lascia, camminando come se avesse un piccolo bouquet di viole in mano, proprio come una volta a chi se ne faceva dono, si chiedeva di letteralmente pensarlo.

Ambra Montemezzo con questi lavori, di urbana timidezza, regala un punto sospeso di percezione visiva del suo vissuto, delineando linee e forme senza esitazione, con riservatezza d’animo ma senza timore.


Simone Marsibilio

 


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