PITTY ART
Recensione
Ambra Montemezzo
Simone Marsibilio
22 maggio 2024
Immergersi nelle opere di Ambra Montemezzo è come varcare la soglia di un mondo caleidoscopico, dove la vita urbana si intreccia con l'intimo, e il colore diventa il linguaggio esplicito di emozioni complesse.
Ambra Montemezzo, con le sue opere, ci trasporta in un viaggio visivamente sensibile, nel quale le città che un tempo la apparteneva come punto di appoggio e di crescita, si va pian piano a delineare in elementi unici, in ritratti di persone che la abitano, dove ogni figura è estrazione di un tempo composto da piccoli pezzi, come mosaici. I ritratti, predominanti nel suo percorso attuale catturano la solitudine, la confusione e la complessità dell’essere umano. Nel quale, il passaggio dalle vedute urbane alla sua interiorità più intima, rappresenta il suo capitolo di evoluzione dove una pennellata riflette la parte di sé, che apre a chi guarda come una finestra in cui la luce soffusa pian piano illumina l’intera stanza.
Il linguaggio artistico di Ambra è radicato saldamente alle proprie origini, al proprio vissuto, offrendo in maniera piuttosto penetrante la dualità della condizione umana, attraverso una fusione tra finezza e intimità.
La sua espressione artistica, forgiata dall'esperienza personale e dalla frenesia della vita cittadina, trova una voce autentica attraverso una palette cromatica che va oltre la superficie per svelare strati profondi di emozione. Nelle sue opere, il colore non è solo un elemento stilistico, ma una porta aperta verso un mondo intriso di significati e simbolismi.
Attraverso il suo sguardo attento e la sua abilità nel rendere tangibile l'intangibile, l'artista riesce a trasmettere non solo esperienze visive, ma connessioni. Ambra rende i suoi volti parte di sé, con l’intento di non voler far emergere tutte le emozioni che la compongono e per questo sembrano privi di un'espressione, per questo l’astrattismo nello sfondo e nei particolari emerge: per riportare quel caos che ci appartiene, come se lo spaesamento e la confusione rendesse tutto più vivo, fino a esitare e aspettare impazienti quel qualcosa che ci darà il piacere di sorridere dentro di noi, trasmettendolo a chi si ha di fronte.
Il senso dell’arte per Ambra Montemezzo è proprio qui, è integrità che esce dall’artista stesso. Poiché qualsiasi opera è centrata quando ci si mette all'interno di se stessi, con le proprie emozioni, con la propria profondità e se in qualche maniera emoziona, arriva, ci si rispecchia, il senso dell’arte e dell’artista è riuscito.
L'artista rende visibile l'invisibile, riuscendo a comporre una sua colonna sonora, intrisa nei dipinti, in collegamento con il mondo esterno. Il rumore generato da un mondo in continua evoluzione contornato dalla frenesia, dal movimento, dall’indifferenza e l’incomunicabilità, si plasma nei ritratti, in esseri unici nel loro essere, offrendo un invito irresistibile a esplorare i confini della propria umanità.
Il colore per Ambra Montemezzo è un veicolo per arrivare ad un fine in particolare, ed emerge come protagonista nelle opere. L'uso strategico di tonalità contrastanti crea quell'atmosfera fremente e al contempo malinconica, trasportando lo spettatore in un mondo dove l'individualismo e la ricerca di significato si svelano in ogni suo tocco. Lavora sul contrasto, sull’effetto finale della cromia, sul fatto che l’uomo è diviso in due e in altre sfaccettature tutte riportate nelle sfumature assorbite delle tele. Nel progettare le sue opere, Ambra fa parlare il suo inconscio, partendo da un'idea che poi diventerà, muterà in qualcos’altro, nella stessa maniera come noi esseri umani vogliamo qualcosa ma ci comportiamo in un altro modo.
La tecnica di Ambra Montemezzo è accademica e allo stesso tempo allenata dal suo vissuto, nel tempo, da tutto quello che quotidianamente ha ingerito emotivamente, giornalmente ha gettato lontano da lei. Tutto questo insieme di cose che la appartengono, ora risuonano come una grande casa, fatta di porte e finestre che lei raffigura con il colore, dedicando a figure immaginarie, a volte a quelle che l’hanno colpita, a volte raffiguranti lei in prima persona, provocando una ventata di aria fresca e una luce calda che mantiene emozioni di isolamento e contemporaneamente un insaziabile voglia di scoprire quello che è ancora sconosciuto.